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Nuovi brividi |
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PISA
18 DICEMBRE 2016
LA RIAVUTA
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Scritto da CARLA BOLDI |
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Mentre scorrevano gli ultimi giorni della preparazione della maratona fiorentina, facendo un po' di programmi podistici avevo individuato la mezza di Pisa, a 3 settimane precise da Firenze. Un pensiero si fa strada , ho corso Firenze sulla spinta dell'emotività, per quanto ne avevo parlato, per quanto avevo condiviso il sogno di farla, ma una maratona “intima”' per vedere se la reggo? Questo è stato il tarlo che mi ha portato a dire “ sono uscita bene da Firenze vado a Pisa e faccio la maratona, al limite mi fermo a 21”. E mi sono iscritta. L'ansia da pre-gara si è fatta sentire solo il giorno prima con la ricerca affannosa di “cosa mi metto?” e non per il look ma perché le previsioni davano una temperatura molto fredda e non essendo in grado di correre 42 km al massimo c'era il rischio di coprirsi troppo o troppo poco. Nel borsone avevo messo di tutto dalla tenuta termica a quella primaverile! La mattina del 18, sveglia a buio e partenza per Pisa alle 5,30. Freddissimo, il termometro in macchina segnava impietosamente il sottozero. A Pisa ritiro veloce del pettorale e via sul trenino che portava alla partenza. Intanto si era levato il sole su un cielo azzurrissimo come può esserlo solo in inverno. Piazza dei Miracoli, il complesso marmoreo del Duomo con la sua torre (ma come farà a star su) mi lascia a bocca aperta. Non c'è molto tempo, deposito il borsone, mi spalmo la crema riscaldante sulle gambe che, vista la temperatura, fumano! Decisamente freddino. Via verso la partenza. La vocetta mi dice “tanto fai la mezza”, ma il cuore sa che farò la lunga. Dopo 5 km nella solita zuppa di gente supero i palloncini della 4h 30' e cerco di raggiungere quelli delle 4 h 15'. Mi aggrego al gruppetto. Passo di 6' al km. Arriviamo al bivio dove la ventuno tornava verso Pisa, ma nemmeno lo guardo, vado avanti, altrochè se vado avanti! I chilometri passano, i pacer sono allegri, due ragazze di Rimini e un uomo pisano molto simpatico e anche molto bello, considerato i suoi 56 anni. Le battute del pisano si sprecano, ad ogni fotografo che vede urla “ la foto con le fi'e, voglio la foto con le fi'e” dietro a lui eravamo in effetti diverse donne. Ad un certo punto, lungo un viale che percorrevamo nei due sensi, dei ciclisti in mezzo alla strada. Uno urta un podista, veloce scambio di parole, toni che si alzano, spintoni. I ciclisti buttano le bici in mezzo alla strada e noi dobbiamo dribbarle per non trovarci coinvolti. La rissa in maratona mi mancava! Intanto i km scorrono via veloci. Attraversiamo la pineta verso il mare, costeggiamo la costa dove un mare azzurro richiama sapori estivi. Il sole non scalda ma è piacevole ugualmente. Dopo il trentesimo sbatto nel muro, in modo forte e inaspettato, cerco di reggere ma devo rallentare, saluto i pacer e inizia la mia personale battaglia per finire la gara. I muscoli fanno male, i piedi fanno male. Il passo è corto e radente. Trovo il podista vestito da albero di Natale in panne che cammina sconsolato, vedo altri che come me cercano di tenere duro. 38 km. Ok, mi dico, fai finta di essere al Padule e di completare il solito giro. Le immagini del Padule si soprammettono a quelle della strada. 40°. 41°!Uno ne manca uno! Diciamo all'unisono io e un altro maratoneta. Ci siamo. Lungarni e palazzi, la svolta e la bellissima Piazza dei Miracoli che mi accoglie. Medaglia al collo e abbraccio degli amici! Questa maratona è stato il mio personale intimo viaggio, fatta all'insaputa di tutti, goduta in tutti i suoi chilometri. Mi sono veramente divertita! Grazie al cielo sono maratoneta! |
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