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Nuovi brividi |
Scritto da CARLA BOLDI | |
23 OTTOBRE 2016 Meno 5 settimane |
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Ho corso molto questa settimana, sono entrata nel periodo di massimo carico della preparazione. Quando posso preferisco allenarmi su strade di campagna piuttosto che al camposcuola, mi sento più libera. Mi sto allenando nelle strade dove da sempre i maratoneti senesi fanno i lunghi, sterrate con un buon fondo contornate da campi coltivati, pochissimo traffico, silenzio rotto solo dal calpestio sul breccino. Mi sono resa conto di quanto non fossi più abituata alla distanza dalla difficoltà che ho trovato inizialmente anche solo a correre in modo costante i 13 chilometri del primo tratto. Ho iniziato in primavera e col susseguirsi delle settimane ho visto il grano che cresceva, maturava e veniva raccolto. Poi sono arrivati i girasoli, sbocciati con la loro faccia gialla, maturati e raccolti, poi il granturco, alto con i baffi, bagnato incessantemente dagli idranti, enormi docce in mezzo ai campi, maturato e raccolto. Poi con l’autunno è arrivato l’aratro e tutto è diventato marrone. Righe infinite di zolle, come giganteschi giardini zen disegnati da lenti trattori nel loro ipnotico cigolante incedere. E io a correre. Le stagioni si sono avvicendate ed i raccolti pure, la mia distanza di base si è allungata e velocizzata. Oggi , mentre tiravo gli ultimi 2 chilometri respiravo il respiro della terra, come lo chiamo io, quell’odore dolciastro, caldo, morbido delle zolle appena rivoltate, ancora umide e ancora una volta mi stupisco di come si possano apprezzare certe cose mentre cerchi dentro di te l’energia per finire. Ho fatto un buon allenamento che mi rende fiduciosa. Sì ce la posso fare, ma domenica mi aspettano 32 km e sono una brutta bestia. I 32 chilometri che poi si sono ridotti a 31 li ho superati, con fatica e lottando contro la vocetta che diceva di mollare. Comunque fatti. Avanti.
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