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Nuovi brividi 1 SETTIMANA ALLA MARATONA |
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Scritto da CARLA BOLDI |
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ULTIMA SETTIMANA !
Ho ricevuto una e-mail col numero del pettorale, F989 questo sarà il mio compagno di viaggio.Sale l’aspettativa, non vedo l’ora e nel contempo sono sgomenta. La paura fa di nuovo capolino ed è penetrante invasiva indisponente. Si infiltra nella mente come la nebbia nei vicoli, entra nelle ossa, prende tutti i pensieri, avvolge con i suoi tentacoli emaciati, non lascia in pace un minuto. Ha varie facce quest’ angoscia, quella presente dall’inizio di questa avventura la paura di non farcela e la testa che cede e quella nuova di incappare in qualche malanno o infortunio. Al lavoro, essendo a contatto con un pubblico variegato che spesso starnutisce o tossisce sono sempre in allerta pronta ad essere attaccata da sogghignanti eserciti di microbi e se non fosse che scatenerei commenti non proprio gentili, metterei la mascherina come i giapponesi quando hanno il raffreddore. E alla fine, invece dell’influenza arriva una dispettosa tendinite. Provo a correre, fa male, vado immediatamente in religioso, speranzoso pellegrinaggio dal fisioterapista che dopo un trattamento piuttosto doloroso mi consiglia alcuni giorni di stop podistico. No, accidenti e ora? Nemmeno fossi un’atleta olimpionica che vede sfumare la possibilità del titolo, mi precipito ansiosamente su internet a cercare articoli che parlino di quanto si perde a stare fermi; sembra che fino a 7 giorni il deallenamento non sia significativo, ok , allora tutto non è perduto. Questa sarà la settimana più lunga, dovrò testare se il tendine si è sfiammato e diminuire in modo significativo il chilometraggio di allenamento e questo farà aumentare a dismisura la necessità non soddisfatta di correre. Sensazione che Orlando Pizzolato, rendendo perfettamente l’idea, definisce “sindrome del cavallo da corsa”. Ormai ci siamo. Incrocio scaramanticamente le dita e …avanti.
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