19 novembre 2017

 

TAMARAMARATHON

 

 

Scritto da   TAMARA MEMMI

 

 

LE MIE PRIME 50

Non ho mai dubitato di potercela fare, perché conosco bene la mia determinazione e la mia perseveranza (caratteristiche che contraddistinguono il mio bel caratterino), però adesso che l'obbiettivo è raggiunto, adesso che posso dire di avercela fatta, finalmente capisco davvero quanto tutto questo non sia stato facile...

Tutto è cominciato con la prima, la prima maratona, quella di Roma 2011, quella con le lacrime alla partenza per capirsi, quella che alla fine ti fa dire "mai più", ma che il giorno seguente ti fa pensare alla prossima...Quella... e da quella Firenze 2011, poi Milano, Pisa, Terni...

Ecco: Terni. La mia ottava maratona, febbraio 2013. Ritiro pettorale ok, all'uscita dall'expo una bancarella attira la mia attenzione: maglietta tecnica con stampa Club Supermarathon Italia. "E' mia" penso e dico al signore addetto alla vendita. Risposta: "Hai la tessera del Supermarathon?" "No" - dico- "Cos'é?" E lui: "Devi aver fatto almeno 50 maratone e devi iscriverti al Club, altrimenti non posso venderti nulla, questo è materiale tecnico riservato agli iscritti!"

Posso io fare a meno di questo? Nooooo! Certo che no! Eccolo lì il mio bel caratterino! Tornerò a prendermi questa maglia! Non so quando, ma farò del mio meglio per tornare prima possibile!

Così è andata. Davvero. Non è un aneddoto: è la verità. Chi mi conosce lo sa. Perché l'ho sempre raccontato senza la minima incertezza. Da questa data infatti il calendario delle maratone italiane (e non) è diventato una delle mie priorità. Non ho mai disdegnato le più piccole, le meno numerose, anzi... (Caldera, Suviana, Crevalcore, Busseto, Forlì), ma ho fortemente amato recarmi all'estero, cosa che non avevo mai (o quasi) potuto fare prima. New York su tutto, certo, ma anche Atene che ho nel cuore, Parigi, Barcellona, Londra, Berlino, Amsterdam, Praga e per ultima Valencia dove ho deciso di andare a godermi la 50esima fatica.  Ovviamente in tutto questo programmare (non perdevo di vista l'obbiettivo, mai) c'era pure la pretesa di fare tempi discreti,  più discreti possibile, così quando gli eventi mi hanno portato sotto le 4 ore ho gioito parecchio!

Purtroppo però ho imparato, col prosieguo del percorso, che tutto non si può avere e mi sono dunque rassegnata all'idea che il tempo (best-time?) non lo potevo più cercare. Ma mai ho mollato! Perché non si molla mai! Fino alla fine!

Tamara

 

Ciò che non abbiamo osato abbiamo certamente perduto    O. Wilde